venerdì 7 giugno 2013

Congresso SNA - intervista a Giorgia Pellegrini

Fonte: Agenzia di stampa n. 23
Delusione e dimissioni
PELLEGRINI: LO SNA OGGI NON RAPPRESENTA QUEL “SOGNO DI UN SINDACATO DIVERSO” CHE AVEVO CONDIVISO E CHE ERA RACCHIUSO NEL NOSTRO PROGRAMMA ELETTORALE”

Chi rappresenta una categoria ha l’obbligo di rappresentare tutti attraverso un confronto attivo e costante che stimoli l’aggregazione

INTERVISTA A GIORGIA PELLEGRINI VICEPRESIDENTE NAZIONALE SNA PRESIDENTE PROVINCIALE DI ROMA

Domanda - L’andamento del recente Congresso dello SNA a Bussolengo, con il fuoco d’artificio delle dimissioni di membri dell’Esecutivo, l’imprevista richiesta della fiducia da parte del presidente Demozzi e l’esito della stessa votazione finale evidenzia, obiettivamente, un sensibile appannamento nella conduzione dell’organismo.
Sorvolando su dichiarazioni di parte  che hanno dato un quadro perfino idilliaco dell’andamento congressuale,  può dare lei una descrizione realistica dello svolgimento del Congresso?
Risposta - Il congresso si è aperto ufficialmente nel pomeriggio con la relazione del Presidente Demozzi, applaudita da molti colleghi, alcuni dei quali addirittura in piedi. Se quella che si chiedeva era una conferma politica, questo doveva bastare. Invece il Presidente ha esplicitamente richiesto un voto di fiducia in principio sulla relazione, poi più in generale sul proprio operato. A nulla sono servite le dimissioni dei due vicepresidenti
dell'assemblea, le lamentele di moltissimi colleghi per una richiesta quantomeno anomala, ne' la richiesta espressa da quasi il 50% dei presenti di andare al voto dopo il regolare svolgimento del dibattito. Al momento del voto, che la presidenza del congresso ha voluto per alzata di mano,  molti colleghi hanno abbandonato la sala visibilmente infastiditi. Ovviamente il seguito e' stato condizionato in modo
determinante da quanto accaduto

D. Nelle scorse settimane si era dimesso da vicepresidente vicario Guidolin. In sede congressuale si sono dimessi altri membri dell’Esecutivo, Prandi, si dice anche Oddo e soprattutto lei dalla carica di Vice presidente su nove membri dell’eorganismo eletto dal XLV Congresso Nazionale che si è svolto a gennaio dello scorso anno.  Un numero cosi congruo di dimissioni, con il peso di quelle dei due vicepresidenti, non avrebbe richiesto, in un corretto gioco democratico e nel rispetto della volontà della massima assise, le dimissioni dell’intero esecutivo?
R) Lo statuto dello Sna consente al Presidente di cooptare fino al 50% dei componenti della sua squadra ma personalmente credo che una squadra sensibilmente diversa da quella votata dal congresso, organo sovrano, dovrebbe sentire il dovere di rimettersi all'assemblea per una ulteriore conferma

D. Surrrogando in un certo senso la volontà di quel Congresso, che è stato elettivo, con sostituzioni di altri membri, la stessa presidenza Demozzi non ne esce ora dimezzata e soprattutto non spacca lo stesso Sindacato proprio in una fase storica cosi difficile per la categoria degli agenti?
R) La forzatura attuata sul congresso per giungere ad un voto che oltretutto non è previsto statutariamente, ha indubbiamente diviso la platea a metà e rischia di allontanare gli iscritti più silenti e meno attivi. I colleghi, in profonda crisi di redditività, si aspettano dall'associazione di categoria risposte a problemi concreti non certo di continuare ad assistere a lotte interne delle quali non percepiscono le ragioni. Ancor più pericoloso da questo punto di vista l'attacco pesantissimo inferto ai gruppi agenti, che ha scatenato la reazione decisa del Presidente del comitato di gruppi Tonino Rosato e di altri Presidenti di gruppo come Pietro Melis (AGIT) e Dario Piana (GAM)


D. A quanto risulta hanno fatto scalpore in particolare le sue dimissioni da Vicepresidente dello SNA. Il mese scorso lei le aveva date e poi ritirate dopo un colloquio con Demozzi. Allora da cosa erano motivate e perché erano poi rientrate?
R) Allora come oggi credo che chi si assume l'onere e l'onore di rappresentare una categoria abbia l'obbligo di rappresentare tutti attraverso un ascolto attivo ed un confronto costante che stimoli l'aggregazione. Soprattutto negli ultimi mesi le scelte di questa dirigenza sono state per lo più escludenti, tese a puntare il dito sull'uno o sull'altro sottraendosi al confronto e alla ricerca di soluzioni condivise. Ho rassegnato le dimissioni perché questo Sna non rappresenta il "sogno di un sindacato diverso" che avevo condiviso poco più di un anno fa e che era racchiuso nel nostro programma elettorale. Partnership con i gruppi aziendali, trasparenza, unificazione della categoria, sono slogan opportunistici che non trovano riscontro nei fatti, supportati da una comunicazione autoreferenziale . Ho accettato che il Presidente Demozzi respingesse le mie dimissioni prima del comitato centrale per rispetto di tanti colleghi che mi hanno sostenuto e chiestoun ulteriore sforzo. Purtroppo pero' a fronte di impegni precisi assunti in quella sede nulla e' cambiato...anzi!


D. E’ vero che la relazione del presidente Demozzi non é stata letta e tanto meno approvata dall’Esecutivo che si era riunito il giorno prima?
R) Nel corso del l'esecutivo tenutosi il giorno prima del congresso ho esplicitamente richiesto di leggere la relazione ed elaborare, come e' prassi, una proposta per la Presidenza del congresso da sottoporre all'assemblea. Per entrambe non ho avuto risposta.


D. Dopo quello che è successo a Bussolengo, obiettivamente, quale rappresentatività possono avere ora Demozzi e il suo esecutivo nell’affrontare temi caldissimi della categoria tra l’altro avendo al fianco, nei momenti negoziali, UNAPASS e ANAPA che certamente esprimeranno le rispettive posizioni? 
R) Purtroppo questo anomalo andamento delle giornate congressuali non ha fatto emergere alcuna indicazione sulle posizioni che lo Sna dovrà tenere per esempio al tavolo dell'Ania per il rinnovo dell'accordo o con i sindacati dei dipendenti per il contratto collettivo. Auspico perciò che l'Esecutivo ed il Presidente trovino altre modalità ed altri momenti per raccogliere queste indicazioni. In caso contrario rischierebbero di portare avanti le istanze solo di una parte.

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